giovedì 30 aprile 2020

STEP#12 [Il destino del raccolto nel Medioevo]

Ho cercato di proporvi un sunto del destino della raccolta e quindi della coltivazione durante il Periodo Medievale. Sappiamo infatti che il Medioevo è caratterizzato da tantissimi fatti storici che, come detto in precedenza, hanno influito sul campo dell'agricoltura, promuovendo grandi differenze sociali. 



PER UNA SOCIETA' DIVERSAMENTE ORDINATA. Una concezione adattativa ...È sicuramente nel mondo rurale che la struttura feudale, tipica della visione del mondo medievale che tutti conosciamo fin dai banchi di scuola, trovò la sua massima espressione, soprattutto quando, intorno al X secolo, alcuni intellettuali, rifacendosi al De consolatione philosophiae di Severino Boezio, iniziarono a rappresentare la società divisa in tre “ordini” (oratores, bellatores e laboratores) ognuno con una diversa funzione e importanza. Il primo è naturalmente quello costituito da quello dei “chierici”; Il secondo è quello dei “guerrieri”, protettori della società e della Chiesa; l’ultimo è quello dei “servi”. 



È indubbio che dal XII secolo in poi i vincoli feudali entrarono massicciamente nel mondo signorile, un utile strumento sia per ottenere prestigio e vantaggi politici, sia una legittimazione agli occhi dei sudditi.

Nel X secolo si assiste alla disgregazione dell’Impero Carolingio. Famiglie comitali, marchionali e ducali, videro aumentare la loro autonomia nei confronti del potere centrale e si distaccarono sempre più dall'autorità regia.

In questa fase storica la civiltà rurale si affermò prepotentemente sulle realtà cittadine che, a causa del degrado in cui si vennero a trovare i commerci e l’artigianato, si spopolarono vistosamente. La terra non venne più coltivata per alimentare anche i centri cittadini, ma soprattutto per garantire la sopravvivenza della popolazione civile dislocata all’interno dei vari possedimenti feudatari. Il diffondersi dei poteri signorili e la disgregazione dell’autorità centrale finì per creare un profondo solco fra chi deteneva i poteri di comando (i signori) o collaborava al loro esercizio (i cavalieri), e chi si limitava a subirli, ovvero i contadini. 


Medioevo, Feudalesimo Cavaliere Contadina, La Servitù Della Gleba ...


Fra questi ultimi andarono parallelamente a svanire anche le differenziazioni dei secoli precedenti fra schiavi, servi e liberi. Conseguenza di questo, tra l’VIII e l’XI secolo, si diffuse un peculiare modello di organizzazione della grande proprietà fondiaria (sia laica sia ecclesiastica) che, soprattutto in Italia, prese il nome di curtis (corte). In pratica la “curtis” si rifaceva alla vecchia villa-fattoria romana trasformata. Al centro di un ampio territorio coltivato, suddiviso in tanti appezzamenti detti “mansi” il proprietario terriero si stabiliva sulla “pars dominica” (cioè del dominus, del signore), dove anche sorgeva l’abitazione del signore, spesso fortificata, che veniva coltivata da schiavi o servi che si trovavano alle dirette dipendenze del padrone.
Ai contadini erano richieste anche prestazioni per la coltivazione della parte dominica. In questo modo i proprietari terrieri si assicuravano la manodopera dei coloni del massaricio in momenti cruciali dell’attività agricola, quali quelli del raccolto.
pre più dall’autorità regia. Questa situazione di instabilità portò a un lungo periodo di conflitti e di lotte per il potere.




Vi lascio un link molto utile se volete curiosare ancora un po':





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